Neurochirurgo

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Dr. Caputi

Ernia del disco lombare di Roberta

L’allarme: un dolore “paralizzante”alla gamba

“Ernia del disco lombare”: la signora R.R. 32 anni, figlia di medico, fisico asciutto e ben formato, ne aveva sentito parlare spesso sin da piccola, ed a volte aveva visto qualche paziente con la mano sulla schiena che si rivolgeva al papà. Ora, donna matura, lamentava ella stessa sporadiche lombalgie, che che però sparivano senza lasciar traccia con una compressa di Voltaren. Più di recente, (settembre 2002) prendendo la figlia in braccio, avvertiva un leggero fastidio lungo la schiena e fino alla gamba, che a volte era particolarmente intenso. Cominciò allora a pensare a quella frase che aveva sentito tante volte e ne parlò col papà. “Una modesta sciatica” la rassicurò il papà, che le consigliò una terapia medica.

Il seguito

La signora notò, che nonostante le medicine attenuassero il fastidio di fondo, accadeva che il minimo movimento, o anche uno starnuto, le causasse dolore lungo la gamba destra, finché dopo qualche giorno accadde qualcosa di nuovo. Alzandosi dal letto, una mattina, un dolore violento la percorse dalla schiena fino alla gamba, con una sensazione di crampo “paralizzante”. Il dolore era concentrato soprattutto al gluteo ed al polpaccio, ed ogni minimo movimento accentuava la sofferenza. La pianta del piede sembrava addormentata. Nemmeno riusciva a raddrizzarsi: rimase piegata così com’era, con la gamba semiflessa ed a stento riuscì a portarsi a letto. Rimase così tutto il giorno, nonostante le medicine. Il giorno seguente, con notevoli difficoltà fu fatta una Risonanza Magnetica, che dimostrò un’ ernia del disco L5-S1, di notevoli dimensioni.

Cosa fare?

Ora che la diagnosi era fatta, “ernia del disco lombare”, rimanevano i dubbi che anche la figlia di un medico può avere:
  • E’ possibile guarire?
  • Come ?
  • E’ necessario l’intervento?
Fummo consultati per una risposta “specialistica” a queste domande. Spiegammo che la patologia discale è “benigna” e che una quota di pazienti con ernia del disco tende alla guarigione spontanea. Le medicine aiutano questo processo. E’ necessario comunque un periodo di riposo, poiché le sollecitazioni meccaniche e quindi il movimento della colonna vertebrale irritano le radici (i nervi) interessate dall’ernia e provocano dolore. Secondo le linee guida della società italiana si neurochirurgia, un’ernia del disco lombare manifestatasi solo da qualche giorno o anche qualche settimana va trattata con il riposo e la terapia medica, ivi incluso eventuali infiltrazioni analgesiche. Oltre questo limite, se non c’è tendenza al miglioramento, conviene operare. L’intervento diventa urgente solo nei rari casi di sindrome della cauda equina, ossia, difficoltà ad alzare le dita del piede, anestesia o ipoestesia nella regione genitale ed eventuale difficoltà della minzione.

L’evoluzione

La signora mostrava un peggioramento dei sintomi, piuttosto che un miglioramento, ma volle provare ancora per un pò con la terapia conservativa. Fu fatta anche un’infiltrazione, che per qualche giorno le diede un pò di sollievo, ma i sintomi ripresero presto e l’ernia era piuttosto grande.

L’intervento e l’esito

L’ernia del disco andava operata, considerando tre alternativa: l’intervento classico, la discolisi col coblatore, e la discectomia microchirurgica. Fu scelta la discectomia microchirurgica, perché scarsamente invasiva, permette di rimuovere l’ernia nello spazio di pochi mm, rispetta l’anatomia e provoca scarsa reazione cicatriziale. Un intervento ancora meno invasivo, quale la coblazione, fu scartato perché ci si trovava di fronte ad un’ernia di cospicue dimensioni. Il giorno successivo la signora poté lasciare il letto e deambulare senza assistenza. Dopo tre giorni fu dimessa ed è tuttora senza dolore e senza deficit.
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